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Da RomaSette - L'informazione on line della Diocesi di Roma - 28 novembre 2013
San Martino I Papa, «casa di Dio tra le case degli uomini»

La comunità di via Veio fu la prima, a Roma, a nascere in un garage. Oggi è un punto di riferimento per circa 9mila fedeli, da Porta San Giovanni a piazza Re di Roma. Il fiore all'occhiello: l'oratorio
(di Maria Elena Rosati)

Era il 10 novembre 1965 quando all’interno di una palazzina di via Veio venne eretta la parrocchia di San Martino I papa. Una collocazione non provvisoria ma definitiva per la comunità, guidata allora da don Siro Todescato; una soluzione che «suscitò un certo scandalo - rivela don Antonio Pompili, parroco dal 2011 -. Si parlò di chiesa nel garage, era il primo caso a Roma; all’epoca, però il quartiere era già tutto costruito e non c’era altra possibilità». A 48 anni di distanza, la parrocchia - «casa di Dio in mezzo alle case degli uomini», come la definì Giovanni Paolo II nella sua visita nel 1991 - è oggi punto di riferimento per circa 9mila anime, nella zona che va da Porta San Giovanni a piazza Re di Roma.
Gli spazi stretti e la poca visibilità infatti non fermano le attività, dalla formazione sacramentale delle famiglie e dei ragazzi ai cicli di catechesi e lectio divina per gli adulti, al gruppo di preghiera del Rinnovamento nello Spirito; dalla comunità neocatecumenale al coro, attivo dal 1972. Punto di forza è il servizio di segreteria per il coordinamento delle attività, gestito da parrocchiani volontari: è «una vera grazia di cui rendere lode a Dio», dice Pompili. Fiore all’occhiello è l’oratorio, che in oltre 30 anni ha scritto un pezzo di storia del quartiere, e, continua il parroco, «ha segnato il percorso delle generazioni: in tanti ancora oggi tornano dopo anni di lontananza, e ricordando il tempo passato qui». La direttrice è Eloisa Armini, 22 anni, cresciuta in parrocchia; a lei il compito di coordinare i catechisti coinvolti nella formazione di circa 40 ragazzi, dai 10 ai 16 anni. La Messa insieme, giochi, piccole catechesi, mostre creative, gite, fiere e mercatini: queste le tappe di un percorso che, spiega, «vuole permettere ai bambini di stare tra di loro, e di crescere nell’apertura verso gli altri, dandogli le basi della vita cristiana». Quando gli spazi mancano, si ricorre ai locali dell’adiacente Istituto Santa Teresa di Gesù; quando i ragazzi crescono, possono scegliere di formarsi come catechisti, in parrocchia e con i corsi del Centro oratori romani. «Siamo molto attenti alla preparazione - spiega Eloisa -: la figura del catechista è quella a cui guardano i bambini».
La cura dei malati e degli anziani del quartiere è affidata all’impegno dei ministri straordinari della Comunione e dei volontari della Comunità di Sant’Egidio. «Due volte al mese inoltre - riferisce don Pompili - gli anziani vengono qui in parrocchia, e preparano i panini che i volontari di Sant’Egidio portano ai senzatetto in giro per la città». Fondamentale nella vita della parrocchia è il coinvolgimento e la formazione delle famiglie, grazie alle iniziative dell’associazione Centro per la famiglia, e alla catechesi post matrimoniale guidata dal parroco e dal diacono permanente Giuseppe Attanasio. Otto coppie coinvolte in un cammino che, spiega il diacono, «permette loro di condividere le esperienze, creando rete tra le famiglie».
Membro della comunità neocatecumenale parrocchiale, Attanasio è anche guida del centro di ascolto Caritas, attivo a San Martino dal 2011: non un centro assistenza ma uno strumento prezioso per sensibilizzare la parrocchia. «Non chiediamo soldi né li diamo - spiega -: Puntiamo sulle raccolte alimentari, coinvolgendo direttamente i parrocchiani». Una trentina le famiglie in difficoltà seguite: a loro il centro d’ascolto non offre solo viveri ma accoglienza, aiuto e ascolto, lavorando in rete con le strutture diocesane: «Le famiglie vengono qui, ci conoscono, parlano con noi. Vogliamo andare oltre la distribuzione massiva di beni ed essere mediatori tra le esigenze di chi ci chiede aiuto e condivide con noi un percorso di vita».

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