Carissimi fratelli e sorelle della Chiesa di Roma!
Sapete tutti che mercoledì 13 marzo la nostra Chiesa di Roma e l'intero mondo cattolico hanno ricevuto dal Signore un nuovo Pastore. Il suo nome è Francesco. Le campane delle basiliche e delle chiese hanno suonato a festa per esprimere la gioia dell'avvenuta elezione. Ancora una volta Dio ha visitato il suo popolo!
Il nostro primo pensiero è di ringraziamento al Padre della misericordia che ha illuminato i Cardinali elettori nella scelta del nuovo Successore di Pietro. La Chiesa di Roma è lieta di aver ricevuto il suo Vescovo, che la guiderà nelle vie del Vangelo per gli anni a venire.
Al Papa Francesco, all'atto dell'obbedienza dopo l'elezione nella Cappella Sistina, ho promesso fedeltà e affetto anche a nome di tutti voi: vescovi ausiliari, sacerdoti, diaconi, consacrati e laici. Gli ho assicurato che la Chiesa di Roma sarà a lui vicina, non gli farà mancare il calore filiale, accoglierà con fede e docilità la sua guida e lo sosterrà nel portare il formidabile peso che il Signore gli ha messo sulle spalle.
In queste ultime settimane molti avvenimenti ci hanno fatto percepire la vitalità della Chiesa. L'inaspettata rinuncia al pontificato di Benedetto XVI, che in un primo momento ci ha sorpreso tutti e addolorato, pian piano è diventata una forte esperienza di purificazione della fede ed un incoraggiamento ad amare di più Cristo e la Chiesa. Il Signore visitava il suo popolo con la luce di un'esemplare testimonianza!
Altrettanta vitalità e passione per il Vangelo ho potuto registrare nei giorni del Conclave. Il Collegio cardinalizio, in un clima cordiale e franco, di intensa comunione, senza nascondere limiti ed errori, ha esaminato la vita della Chiesa nei vari continenti e le sfide che l'attendono in questo complesso passaggio della storia. Ho apprezzato la fede indomita di tanti pastori, il coraggio nelle prove per Cristo, l'ansia per l'annuncio del Vangelo, la premura verso i sacerdoti e i fedeli, la fermezza nel condannare i peccati, i comportamenti indegni e le controtestimonianze, l'amore ai giovani, ai poveri, agli ultimi della terra. La Chiesa è viva e risplende per la santità di tanti sacerdoti, consacrati, laici, testimoni della fede fino al martirio!
La preghiera poi si è levata da Roma e da tutto il mondo per accompagnare il delicato compito di scegliere il successore di Benedetto XVI. Lo Spirito Santo si è manifestato in maniera sorprendente. Il nuovo Papa è un testimone gioioso del Signore Gesù, annunciatore instancabile, forte e mite del Vangelo per infondere fiducia e speranza. Egli continuerà a guidare la Chiesa, la sposa bella del Signore risorto, purificandola dalle macchie che talvolta ne oscurano lo splendore del volto; farà sentire la sua vicinanza a tutti gli uomini, perché la Chiesa sia la casa di tutti e nessuno senta l'imbarazzo di non starci bene: i poveri e gli ultimi si sentiranno capiti e amati. Il nome del Poverello d'Assisi è un forte messaggio e annuncia lo stile e l'impronta del nuovo pontificato.
Roma, che ha sempre amato il Papa, sarà la prima a seguire il suo Vescovo e a rispondere alla missione di far risplendere la fede e la carità, in maniera esemplare e con gioiosa vitalità.
In attesa di poterlo incontrare al più presto, lo accompagniamo con la costante preghiera e chiediamo per la nostra comunità diocesana la Sua benedizione apostolica.